La Confessione o Penitenza
Che cosa è?
E' chiamato sacramento della conversione poiché realizza sacramentalmente l'appello di Gesù alla conversione, [Cf ⇒ Mc 1,15 ] il cammino di ritorno al Padre [Cf ⇒ Lc 15,18 ] da cui ci si è allontanati con il peccato.
E' chiamato sacramento della Penitenza poiché consacra un cammino personale ed ecclesiale di conversione, di pentimento e di soddisfazione del cristiano peccatore.
E' chiamato sacramento della confessione poiché l'accusa, la confessione dei peccati davanti al sacerdote è un elemento essenziale di questo sacramento. In un senso profondo esso è anche una “confessione”, riconoscimento e lode della santità di Dio e della sua misericordia verso l'uomo peccatore.
E' chiamato sacramento del perdono poiché, attraverso l'assoluzione sacramentale del sacerdote, Dio accorda al penitente “il perdono e la pace” [Rituale romano, Rito della penitenza, formula dell'assoluzione]. E' chiamato sacramento della Riconciliazione perché dona al peccatore l'amore di Dio che riconcilia: “Lasciatevi riconciliare con Dio” ( ⇒ 2Cor 5,20 ). Colui che vive dell'amore misericordioso di Dio è pronto a rispondere all'invito del Signore: “Va' prima a riconciliarti con il tuo fratello” ( ⇒ Mt 5,24 ).
Perchè un sacramento della riconciliazione dopo il Battesimo?
“Siete stati lavati, siete stati santificati, siete stati giustificati nel nome del Signore Gesù Cristo e nello Spirito del nostro Dio!” ( ⇒ 1Cor 6,11 ). Bisogna rendersi conto della grandezza del dono di Dio, che ci è fatto nei sacramenti dell'iniziazione cristiana, per capire fino a che punto il peccato è cosa non ammessa per colui che si è “rivestito di Cristo” ( ⇒ Gal 3,27 ). L'Apostolo san Giovanni però afferma anche: “Se diciamo che siamo senza peccato, inganniamo noi stessi e la verità non è in noi” ( ⇒ 1Gv 1,8 ). E il Signore stesso ci ha insegnato a pregare: “Perdonaci i nostri peccati” ( ⇒ Lc 11,4 ), legando il mutuo perdono delle nostre offese al perdono che Dio accorderà alle nostre colpe.
La conversione a Cristo, la nuova nascita dal Battesimo, il dono dello Spirito Santo, il Corpo e il Sangue di Cristo ricevuti in nutrimento, ci hanno resi “santi e immacolati al suo cospetto” ( ⇒ Ef 1,4 ), come la Chiesa stessa, sposa di Cristo, è “santa e immacolata” ( ⇒ Ef 5,27 ) davanti a lui. Tuttavia, la vita nuova ricevuta nell'iniziazione cristiana non ha soppresso la fragilità e la debolezza della natura umana, né l'inclinazione al peccato che la tradizione chiama concupiscenza, la quale rimane nei battezzati perché sostengano le loro prove nel combattimento della vita cristiana, aiutati dalla grazia di Cristo [Cf Concilio di Trento: Denz. -Schönm., 1515]. Si tratta del combattimento della conversione in vista della santità e della vita eterna alla quale il Signore non cessa di chiamarci [Cf ibid., 1545; Conc. Ecum. Vat. II, Lumen gentium, 40].
Riconciliazione con Dio e con la Chiesa
Il peccato è offesa fatta a Dio e rottura dell'amicizia con Lui; scopo quindi della penitenza è essenzialmente quello di riaccendere in noi l'amore di Dio e di riportarci pienamente a Lui. Il peccatore che, mosso dalla Grazia di Dio misericordioso, intraprende il cammino della penitenza, fa ritorno al Padre che «per primo ci ha amati» (1 Gv 4,19), a Cristo, che per noi ha dato se stesso, e allo Spirito Santo, che in abbondanza è stato effusso su di noi. Ma «per un arcano e misericordioso mistero della divina Provvidenza, gli uomini sono uniti fra di loro da uno stretto rapporto soprannaturale, in forza del quale il peccato di uno solo reca danno a tutti, e a tutti porta beneficio la santità del singolo» (Paolo VI, Cost. ap. Indulg. doctrina), e così la penitenza ha sempre come effetto la riconciliazione anche con i fratelli, che a causa del peccato sempre hanno subito un danno. Non di rado, anzi, gli uomini si collegano nel commettere ingiustizia; è giusto quindi che siano solidali anche nel far penitenza; liberati così dal peccato per la grazia di Cristo, potranno essere nel mondo, insieme con tutti gli uomini di buona volontà, operatori di giustiia e di pace.
Il Sacramento della Penitenza e le sue parti
Il discepolo di Cristo che, mosso dallo Spirito Santo, dopo il peccato si accosta al sacramento della Penitenza, deve anzitutto convertirsi di tutto cuore a Dio. Questa intima conversione del cuore, che comprende la contrizione del peccato e il proposito di una vita nuova, il peccatore la esprime mediante la confessione fatta alla Chiesa, la debita soddisfazione e l'emendamento di vita. E Dio accorda la remissione dei peccati per mezzo della Chiesa, che agisce attraverso il ministero dei sacerdoti.
a) Contrizione: tra gli atti del penitente , occupa il primo posto la contrizione, che è «il dolore e la detestazione del peccato commesso, con il proposito di non più peccare» (Denz. 1676).
b) Confessione: fa parte del Sacramento della Penitenza la confessione delle colpe, che proviene dalla vera conoscenza di se stesso e dalla contrizione per i peccati commessi. Però sia l'esame accurato della propria coscienza, che l'accusa esterna, si devono fare alla luce della misericordia di Dio. La confessione poi esige nel penitente la volontà di aprire il cuore al ministro di Dio, e nel ministro di Dio la formulazione di un giudizio spirituale, con il quale, in forza del potere delle chiavi di rimettere o di ritenere i peccati, egli pronunzia, in persona Christi, la sentenza.
c) Soddisfazione: la vera conversione diventa piena e completa con la soddisfazione per le colpe commesse, l'emendamento della vita e la riparazione dei danni arrecati. Il genere e la portata della soddisfazione si devono commisurare a ogni singolo penitente, in modo che ognuno ripari nel settore in cui ha mancato e curi il suo male con una medicina efficace. È quindi necessario che la pena sia davvero un rimedio del peccato e trasformi in qualche modo la vita.
d) Assoluzione: al peccatore, che nella confessione sacramentale manifesta al ministro della Chiesa la sua conversione, Dio concede il suo perdono con il segno dell'assoluzione; il sacramento della Penitenza risulta, così, completo in tutte le sue parti.
Coloro che, commettendo un peccato grave, hanno interrotto la comunione d'amore con Dio, con il sacramento della Penitenza riottengono la vita perduta. E coloro che commettono peccati veniali, e con la ripetuta celebrazione della Penitenza riprendono forza e vigore per proseguire il cammino verso la piena libertà dei figli di Dio. Per beneficiare del rimedio salutare del sacramento della Penitenza, il fedele deve confessare al sacerdote, secondo la disposizione di Dio misericordioso, tutti e singoli i peccati gravi che, con l'esame di coscienza, ha presenti alla memoria. Ma anche per i peccati veniali è molto utile il ricorso assiduo e frequente a questo sacramento come occasione e stimolo a conformarsi più intimamente a Cristo e a rendersi sempre più docili alla voce dello Spirito Santo.
E' chiamato sacramento della conversione poiché realizza sacramentalmente l'appello di Gesù alla conversione, [Cf ⇒ Mc 1,15 ] il cammino di ritorno al Padre [Cf ⇒ Lc 15,18 ] da cui ci si è allontanati con il peccato.
E' chiamato sacramento della Penitenza poiché consacra un cammino personale ed ecclesiale di conversione, di pentimento e di soddisfazione del cristiano peccatore.
E' chiamato sacramento della confessione poiché l'accusa, la confessione dei peccati davanti al sacerdote è un elemento essenziale di questo sacramento. In un senso profondo esso è anche una “confessione”, riconoscimento e lode della santità di Dio e della sua misericordia verso l'uomo peccatore.
E' chiamato sacramento del perdono poiché, attraverso l'assoluzione sacramentale del sacerdote, Dio accorda al penitente “il perdono e la pace” [Rituale romano, Rito della penitenza, formula dell'assoluzione]. E' chiamato sacramento della Riconciliazione perché dona al peccatore l'amore di Dio che riconcilia: “Lasciatevi riconciliare con Dio” ( ⇒ 2Cor 5,20 ). Colui che vive dell'amore misericordioso di Dio è pronto a rispondere all'invito del Signore: “Va' prima a riconciliarti con il tuo fratello” ( ⇒ Mt 5,24 ).
Perchè un sacramento della riconciliazione dopo il Battesimo?
“Siete stati lavati, siete stati santificati, siete stati giustificati nel nome del Signore Gesù Cristo e nello Spirito del nostro Dio!” ( ⇒ 1Cor 6,11 ). Bisogna rendersi conto della grandezza del dono di Dio, che ci è fatto nei sacramenti dell'iniziazione cristiana, per capire fino a che punto il peccato è cosa non ammessa per colui che si è “rivestito di Cristo” ( ⇒ Gal 3,27 ). L'Apostolo san Giovanni però afferma anche: “Se diciamo che siamo senza peccato, inganniamo noi stessi e la verità non è in noi” ( ⇒ 1Gv 1,8 ). E il Signore stesso ci ha insegnato a pregare: “Perdonaci i nostri peccati” ( ⇒ Lc 11,4 ), legando il mutuo perdono delle nostre offese al perdono che Dio accorderà alle nostre colpe.
La conversione a Cristo, la nuova nascita dal Battesimo, il dono dello Spirito Santo, il Corpo e il Sangue di Cristo ricevuti in nutrimento, ci hanno resi “santi e immacolati al suo cospetto” ( ⇒ Ef 1,4 ), come la Chiesa stessa, sposa di Cristo, è “santa e immacolata” ( ⇒ Ef 5,27 ) davanti a lui. Tuttavia, la vita nuova ricevuta nell'iniziazione cristiana non ha soppresso la fragilità e la debolezza della natura umana, né l'inclinazione al peccato che la tradizione chiama concupiscenza, la quale rimane nei battezzati perché sostengano le loro prove nel combattimento della vita cristiana, aiutati dalla grazia di Cristo [Cf Concilio di Trento: Denz. -Schönm., 1515]. Si tratta del combattimento della conversione in vista della santità e della vita eterna alla quale il Signore non cessa di chiamarci [Cf ibid., 1545; Conc. Ecum. Vat. II, Lumen gentium, 40].
Riconciliazione con Dio e con la Chiesa
Il peccato è offesa fatta a Dio e rottura dell'amicizia con Lui; scopo quindi della penitenza è essenzialmente quello di riaccendere in noi l'amore di Dio e di riportarci pienamente a Lui. Il peccatore che, mosso dalla Grazia di Dio misericordioso, intraprende il cammino della penitenza, fa ritorno al Padre che «per primo ci ha amati» (1 Gv 4,19), a Cristo, che per noi ha dato se stesso, e allo Spirito Santo, che in abbondanza è stato effusso su di noi. Ma «per un arcano e misericordioso mistero della divina Provvidenza, gli uomini sono uniti fra di loro da uno stretto rapporto soprannaturale, in forza del quale il peccato di uno solo reca danno a tutti, e a tutti porta beneficio la santità del singolo» (Paolo VI, Cost. ap. Indulg. doctrina), e così la penitenza ha sempre come effetto la riconciliazione anche con i fratelli, che a causa del peccato sempre hanno subito un danno. Non di rado, anzi, gli uomini si collegano nel commettere ingiustizia; è giusto quindi che siano solidali anche nel far penitenza; liberati così dal peccato per la grazia di Cristo, potranno essere nel mondo, insieme con tutti gli uomini di buona volontà, operatori di giustiia e di pace.
Il Sacramento della Penitenza e le sue parti
Il discepolo di Cristo che, mosso dallo Spirito Santo, dopo il peccato si accosta al sacramento della Penitenza, deve anzitutto convertirsi di tutto cuore a Dio. Questa intima conversione del cuore, che comprende la contrizione del peccato e il proposito di una vita nuova, il peccatore la esprime mediante la confessione fatta alla Chiesa, la debita soddisfazione e l'emendamento di vita. E Dio accorda la remissione dei peccati per mezzo della Chiesa, che agisce attraverso il ministero dei sacerdoti.
a) Contrizione: tra gli atti del penitente , occupa il primo posto la contrizione, che è «il dolore e la detestazione del peccato commesso, con il proposito di non più peccare» (Denz. 1676).
b) Confessione: fa parte del Sacramento della Penitenza la confessione delle colpe, che proviene dalla vera conoscenza di se stesso e dalla contrizione per i peccati commessi. Però sia l'esame accurato della propria coscienza, che l'accusa esterna, si devono fare alla luce della misericordia di Dio. La confessione poi esige nel penitente la volontà di aprire il cuore al ministro di Dio, e nel ministro di Dio la formulazione di un giudizio spirituale, con il quale, in forza del potere delle chiavi di rimettere o di ritenere i peccati, egli pronunzia, in persona Christi, la sentenza.
c) Soddisfazione: la vera conversione diventa piena e completa con la soddisfazione per le colpe commesse, l'emendamento della vita e la riparazione dei danni arrecati. Il genere e la portata della soddisfazione si devono commisurare a ogni singolo penitente, in modo che ognuno ripari nel settore in cui ha mancato e curi il suo male con una medicina efficace. È quindi necessario che la pena sia davvero un rimedio del peccato e trasformi in qualche modo la vita.
d) Assoluzione: al peccatore, che nella confessione sacramentale manifesta al ministro della Chiesa la sua conversione, Dio concede il suo perdono con il segno dell'assoluzione; il sacramento della Penitenza risulta, così, completo in tutte le sue parti.
Coloro che, commettendo un peccato grave, hanno interrotto la comunione d'amore con Dio, con il sacramento della Penitenza riottengono la vita perduta. E coloro che commettono peccati veniali, e con la ripetuta celebrazione della Penitenza riprendono forza e vigore per proseguire il cammino verso la piena libertà dei figli di Dio. Per beneficiare del rimedio salutare del sacramento della Penitenza, il fedele deve confessare al sacerdote, secondo la disposizione di Dio misericordioso, tutti e singoli i peccati gravi che, con l'esame di coscienza, ha presenti alla memoria. Ma anche per i peccati veniali è molto utile il ricorso assiduo e frequente a questo sacramento come occasione e stimolo a conformarsi più intimamente a Cristo e a rendersi sempre più docili alla voce dello Spirito Santo.